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Thursday, January 29, 2009

Confutazione del razzismo

Spesso la più forte confutazione del pensiero razzista si riconduce a un vago "siamo tutti uguali" che ben poco influenza le opinioni dei difensori/assertori di qualche razza. Esistono delle argomentazioni forti e inoppugnabili che abbattano le posizioni razziste? Io ne conosco 2:

1) Confutazione biologica: A metà degli anni '90 alcuni ricercatori americani annunciarono di aver trovato il gene "della pelle nera". Si trattava di un gene presente nelle persone di colore, ma non nei bianchi o negli ispanici. Qui credo si debba aprire una parentesi: la pratica forense americana individuava 5 razze: bianca, afro-americana, medio-orientale, ispanica, nativa. Chiaramente si tratta di una classificazione approssimativa: che fine anno fatto gli indiani dell'india? L'aver individuato il gene che identifica gli afroamericani era di grande aiuto nelle ricerche investigative. In sostanza, se si rinveniva materiale contenente quel gene nella scena del delitto, si aveva una buona probabilità (a parte qualche percentile), di trovarsi di fronte a un individuo di colore. La notizia fece il giro del mondo raggiungendo anche i mass-media, con toni diversi a seconda dei punti di vista.
Bastarono pochi mesi, però, anche se i media non se ne accorsero, per sconfessare la validità generale di questa scoperta. In popolazioni miste, come quella brasiliana, il gene in questione era distribuito equamente nella popolazione: bianchi, neri, gialli, etc. Cosa era successo? Eravamo di fronte a scienziati razzisti?
Non era così. Gli scienziati erano in buona fede, solo che la loro ricerca analizzava persone americane. La ricerca non individuava il gene della pelle nera, ma indicava abbastanza inequivocabilmente che la società americana non sì è mescolata significativamente, ovvero ha mantenuto le razze sostanzialmente isolate le une dalle altre. In società come quella brasiliana, il mescolio delle razze ha prodotto una diffusione del gene in tutti i colori di pelle. Cosa ci dice questo? Che non si è trovato il gene del colore della pelle, ma, in qualche modo, il gene della segregazione razziale. Pare proprio che un gene della pelle nera non esista!

2) Confutazione antropologica: La lettura del libro "guns, germs, and steel" di Jared Diamond (credo sia stato tradotto in italiano: leggetelo!) è illuminante e sorprendente. Diamond si chiede: da dove deriva la nostra società. Battiato direbbe: "la fantasia dei popoli che è giunta fino a noi, non viene dalle stelle." In un percorso all'indietro ci spiega che tutto ebbe inizio circa 10000 anni fa, quando l'agricoltura cominciò a svilupparsi nelle tribù umane. La produzione del cibo è stata la chiave che più di ogni altra ha potuto mettere in moto lo sviluppo di una civiltà piuttosto che un'altra. Perché gli aborigeni australiani ci sembrano così primitivi? O gli indios dell'amazzonia, i pigmei africani, etc.? La domanda va posta, secondo Diamond, e secondo chiunque abbia letto il suo fantastico libro, in un altro modo: A cosa serve ad un aborigeno quella che noi chiamiamo civiltà? Se dopo 300 anni di presenza dell'uomo bianco in Australia la produzione di cibo (o meglio la varietà) non è comparabile a quella di 2000 anni fa in medio-oriente, cosa possiamo dedurre? Se un bianco-occidentale morirebbe dopo pochi giorni nei territori dove gli aborigeni vivono da migliaia di anni, chi dobbiamo desumere essere il più abile? Quello che si desume è che le popolazioni hanno sempre ottimizzato lo sfruttamento dei territori dove vivevano, fino a che i bianchi non arrivavano e spazzavano via tutto con le armi, ma soprattutto con le malattie (quasi tutte le vittime della conquista del nuovo continente sono avvenute per infezione di vaiolo, a cui le popolazioni occidentali avevano sviluppato delle difese che i nativi non potevano aver avuto).
Quindi pare che, invece che disprezzare o compatire le popolazioni primitive, le dovremmo ammirare e imparare da loro.

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