Perché ho scelto questa come parola del giorno? Fondamentalmente perché non ho nessuna parola del giorno in questo blog, quindi l'averne scelta una oggi ha due significati: il primo è che questa diventa la parola di oggi, ma non vuol dire che ieri ce ne fosse una né domani un'altra. Il secondo, diretta conseguenza del primo, è che si crea, come da un dio un po' annoiato, un non-sense, che ha lo scopo di rendere questo post il manifesto di una presa di posizione sul nulla. Lo rende addirittura un banale calembour del pensiero. Il poter argomentare più a fondo sul concetto sarebbe interessante, ma porterebbe a conclusioni poco utili, e la maggior parte delle persone non le considererebbero degne di alcun ché, anche se il gioco per arrivarci sarebbe, mi permetto, affascinante. Ampliare a dismisura l'ampolla tanto da renderla vuota, gli atomi dell'aria che non arriverebbero più a toccarsi, poterli vedere ed esaminare uno per uno nei loro moti e caratteri.
Per portare alle conclusioni finali una riflessione così servirebbe una mente preparata, forse più sofisticata della mia, una mente allenata alla filosofia e magari pure all'arte, certamente alla retorica. Io quella mente non ce l'ho, quindi lascio questo inizio di ragionamento, abbozzo di analisi, embrione di teoria, batuffolo di elucubrazione, senza curarmi più di tanto delle conseguenze (che immagino devastanti) di questa necessità.