Altro

Tuesday, December 10, 2013

Identità nazionale

Un amico siriano vive a poche centinaia di metri dal confine turco. Alla sera, quando la città si spegne per il coprifuoco e le strade sono pericolose, dall'altra parte del fiume che segna un confine quasi invalicabile, si vedono le luci della città turca e i suoni della vita che scorre in un miraggio di normalità. Ogni sera gli viene ricordato che lui è nato a sud di una linea tracciata da qualcuno che probabilmente e` un eroe nazionale ed é ricordato toponomasticamente in qualche luogo. O forse sono stati gli inglesi a tracciare quella linea in modo grossolano e arbitrario, creando differenze dove prima non c'erano. Ma poco importa, anzi, nulla importa, che sia stato l'uno o gli altri. Ogni sera, sa che nella miseria e nella paura in cui vive è lui quello strano, quello da compatire, quello che deve sudarsi il giorno successivo.

Quando qualcuno mi chiede se sono fiero di essere italiano, penso a lui e rispondo di sì, lo sono, come sono fiero di essere un mammifero, di avere il pollice opponibile e di puzzare di sudore quando mangio piccante. Sono nato in Italia non per merito mio, e ci sono cresciuto perché i miei non si sono trasferiti da un'altra parte. Cerco di avvantaggiarmi dei tratti positivi della mia cultura e scartare quelli negativi. Come un tedesco che volesse essere più fantasioso (se non lo è già), o un francese che volesse mangiare meno formaggio, io cerco di essere meno furbo, più rispettoso delle regole, e così via, perché essere italiano non è un alibi, è solo una coincidenza, come vivere su un confine che fa una grandissima differenza.